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Restauro e risanamento conservativo: cosa sono e quali norme li regolamentano

Mela News

Le definizioni che vengono usate nel mondo dell’edilizia per indicare le opere che possono interessare gli edifici sono molteplici: nuova costruzione, ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo indicano attività che presentano caratteristiche ben definite; pertanto, per una corretta pianificazione degli interventi, è necessario prestare molta attenzione alla scelta dei titoli abitativi e al rispetto delle normative vigenti. Vediamo ora nel dettaglio che cosa sono il restauro e il risanamento conservativo, come si definiscono e quali norme li regolano.

20 giu 2025 reading time 03 min Condividi Facebook Linkedin Twitter
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Operaio durante una ristrutturazione

Operaio durante una ristrutturazione


Cos’è la ristrutturazione edilizia

L’articolo 3, comma 1, lettera d) del D.P.R. 380/2001 definisce come ristrutturazione edilizia l’insieme degli interventi volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono rendere un organismo edilizio parzialmente o totalmente diverso da quello che era in precedenza.

Questi interventi possono includere il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica o l’inserimento di nuovi elementi ed impianti.

Cosa comprende la ristrutturazione edilizia

Ecco di seguito un elenco di interventi che possono essere compresi all’interno della ristrutturazione edilizia:

  • Demolizione e ricostruzione con modifiche di sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologie

  • Ripristino o sostituzione di elementi costitutivi dell’edificio

  • Eliminazione, modifica e inserimento di nuovi elementi ed impianti

  • Incremento della volumetria, nel rispetto della legislazione vigente o degli strumenti urbanistici comunali

Come si definisce il restauro

Come definito dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del D.P.R. 380/2001, il restauro è un intervento edilizio volto a conservare l’organismo edilizio assicurandone la funzionalità, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali. Suo obiettivo principale è la conservazione, il recupero e la valorizzazione dei caratteri distintivi degli edifici di interesse storico-artistico, architettonico o ambientale.

Ecco qualche esempio concreto di restauro:

  • Pulitura di affreschi o di decorazioni murarie all’interno di palazzi storici

  • Consolidamento statico di una volta in mattoni con tecniche compatibili con i materiali originali

  • Recupero di una facciata in pietra lavorata e rimozione di elementi posticci che non sono coerenti con l’architettura originale

  • Sostituzione di coperture con materiali omologhi a quelli originali, rispettando forme e lavorazioni

  • Ripristino di infissi originali in legno, con tecniche di falegnameria originali

Come si definisce il risanamento conservativo

Definito anch’esso dall’articolo 3, comma 1, lettera c), il risanamento conservativo è un intervento edilizio finalizzato al recupero igienico e funzionale di edifici che hanno la necessità di consolidare e integrare gli elementi strutturali e la modificazione dell’assetto planimetrico. Può essere svolto scegliendo materiali o tecniche diverse da quelle originarie, purché sappiano essere congruenti con le caratteristiche originarie degli edifici.

Vediamo qualche esempio di risanamento conservativo:

  • Consolidamento delle fondazioni con iniezioni o micropali per migliorare la stabilità di un edificio

  • Rifacimento di solai deteriorati, che possono essere effettuati anche scegliendo materiali moderni, purché compatibili con l’estetica complessiva dell’edificio

  • Spostamento di tramezzi interni, con l’obiettivo di migliorare la distribuzione degli spazi

  • Rimozione di intonaci ammalorati e sostituzione con nuovi impianti traspiranti

  • Inserimento di impianti tecnologici che non erano presenti nei progetti originari

Quali sono le pratiche necessarie?

Operaio costruisce un muro di mattoni

È necessario essere molto rigorosi e procedere a valutazioni puntuali e attente quando si intraprendono lavori di restauro e risanamento conservativo poiché le pratiche amministrative cambiano in base alla natura dell’intervento e presentano caratteristiche diverse se sono presenti vincoli edilizi.

Vediamolo nel dettaglio:

  • CILA, o comunicazione di inizio lavori asseverata: deve essere presentata quando l’intervento non interessa parti strutturali dell’edificio, non ne modifica in modo rilevante la distribuzione interna e l’edificio non è soggetto a vincoli di tutela.
    Deve essere richiesta, per esempio, in caso di opere di rifacimento di intonaci interni, sostituzione di infissi o riparazioni localizzate

  • SCIA, o segnalazione certificata di inizio attività: si tratta di un documento che è necessario quando si verificano interventi che coinvolgono elementi strutturali oppure modifiche significative alla distribuzione interna; deve essere redatto tutte le volte che ci sono attività di risanamento conservativo strutturale. Possiamo citare, fra le altre, il consolidamento di solai o fondazioni e lo spostamento di tramezzi portanti.

  • Permesso di costruire: è una certificazione richiesta in caso di edifici vincolati, con vincoli storici o paesaggistici, ove previsto dalla normativa comunale; per interventi complessi, anche se di natura semplicemente conservativa, in zone sottoposte a particolare regolamentazione urbanistica; cambiamento di destinazione d’uso che non è compatibile con quella originaria, come il passaggio da abitazione ad ufficio in un centro storico.

  • Autorizzazione della Soprintendenza: per tutti quegli edifici che sono tutelati dal Codice dei Beni Culturali serve il Nulla Osta della Soprintendenza Competente, ex art. 21-22 D.Lgs: 42/2004, che valuti la compatibilità dei materiali, il rispetto dell’identità storico - architettonica e l’uso di tecniche appropriate.

Quali sono le norme da seguire?

Sono diversi i livelli normativi che a cui gli interventi di restauro e risanamento conservativo devono assolvere per essere considerati rispettosi delle leggi; vediamo insieme i principali:

  • D.P.R. del 6 giugno 2001, n.380 – Testo Unico dell’Edilizia: l’articolo 3, nel comma 1, lettera c) definisce esattamente quali siano le opere che possono rientrare nel risanamento conservativo; gli articoli 6 e 10 specificano quali sono le opere soggette a CILA, SCIA o Permesso di Costruire. Fornisce quindi il quadro generale delle categorie di interventi edilizi

  • D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio: negli articoli 21 e 22 indica l’obbligo di autorizzazione per i lavori che insistono sui beni culturali tutelati, mentre negli articoli 136 e seguenti definisce la tutela paesaggistica e la necessità di autorizzazione paesaggistica. In presenza di vincoli, questo Decreto Legislativo prevale su qualsiasi altro strumento urbanistico

  • Norme Regionali e Comunali: i regolamenti edilizi possono introdurre limiti o vincoli aggiuntivi, per esempio nei centri storici o nelle aree a vincolo paesaggistico. Alcune regioni, come la Toscana e la Lombardia, prevedono linee guida dettagliate per interventi conservativi

  • Altre norme: esistono poi altre norme che devono essere considerate; fra queste ci sono le Norme UNI e le tecniche costruttive per il restauro, le Linee Guida del MiC per il restauro architettonico e il Codice Civile per le responsabilità del direttore dei lavori e dei tecnici abilitati

L’importanza della digitalizzazione: il ruolo di una App come Mela

Nei contesti in cui ci sono normative stringenti e regole precise per definire le lavorazioni e le opere edili, ecco che la documentazione diventa un elemento essenziale per stabilire quali siano le modalità da seguire e le norme da rispettare.

Nel contesto del restauro e del risanamento conservativo, come abbiamo visto, sono molte le prescrizioni che devono essere tenute in considerazione quando si organizzano i lavori e quando si definisce l’operatività quotidiana.

Proprio per questo motivo, poter utilizzare strumenti in grado di supportare la gestione di cantiere rappresenta una scelta essenziale per garantire efficacia ed efficienza. Un’app come Mela permette infatti di:

  • documentare l’andamento delle attività

  • allegare disegni, fotografie, note vocali

  • creare, organizzare e archiviare tutti i documenti per poter dimostrare il rispetto delle normative e delle leggi

Usare uno strumento come Mela permette quindi di garantire efficacia ed efficienza, favorendo la trasparenza e la tracciabilità delle operazioni.

Conclusioni

Conoscere e comprendere ciò che caratterizza il restauro e il risanamento conservativo è fondamentale per poter pianificare ed organizzare gli interventi e rispettare le normative vigenti.

In questa gestione complessa, scegliere di adottare strumenti digitali aiuta ad organizzare nel modo migliore le attività e le lavorazioni, contribuendo alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio edilizio.

FAQ: Domande Frequenti sul restauro e risanamento conservativo

Come definito dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del D.P.R. 380/2001, il restauro è un intervento edilizio volto a conservare l’organismo edilizio assicurandone la funzionalità, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali. Suo obiettivo principale è la conservazione, il recupero e la valorizzazione dei caratteri distintivi degli edifici di interesse storico-artistico, architettonico o ambientale.

Definito anch’esso dall’articolo 3, comma 1, lettera C), il risanamento conservativo è un intervento edilizio finalizzato al recupero igienico e funzionale di edifici che hanno la necessità di consolidare e integrare gli elementi strutturali e la modificazione dell’assetto planimetrico. Può essere svolto scegliendo materiali o tecniche diverse da quelle originarie, purché sappiano essere congruenti con le caratteristiche originarie degli edifici.

È necessario essere molto rigorosi e procedere a valutazioni puntuali e attente quando si intraprendono lavori di restauro e risanamento conservativo poiché le pratiche amministrative cambiano in base alla natura dell’intervento e presentano caratteristiche diverse se sono presenti vincoli edilizi.

In particolare, possiamo elencare: CILA, o comunicazione di inizio lavori asseverata; SCIA, o segnalazione certificata di inizio attività; Permesso di costruire e Autorizzazione della Soprintendenza.

Sono diversi i livelli normativi che gli interventi di restauro e risanamento conservativo devono rispettare per essere considerati rispettosi delle leggi; vediamo insieme i principali:

  • D.P.R. del 6 giugno 2001, n.380 – Testo Unico dell’Edilizia

  • D.Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 – Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio

  • Norme Regionali e Comunali

  • Altre norme


Alessandro Cognigni

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